domenica 24 agosto 2008

Attento con quel martello, Edoardo.





Stamattina mi sveglio con in bocca un sapore intenso di intonaco, gli occhi si aprono con la stessa facilità con cui si prende in braccio un lottatore di sumo: ho passato la notte a nuotare nel mio stesso sudore, e credo di aver vinto anche un paio di medaglie.

La testa sta suonando “O’ Sarracino” sulla musica della “Cuccaracha”, e non faccio in tempo dire tra me e me: “diamine! Ma funziona” che mi torna in mente che nel mio ultimo sogno ero il pollice di un uomo di nome Edoardo, che stringeva troppo spesso le mani della gente, mortacci sua.

Scendo al bar del giorno, sorteggiato appositamente dalle mie gambe tra una quarantina di possibilità, incontrando con piacere una vecchia amica che non vedo spesso, l’aria aperta.

Parliamo del più del meno, poi decido di cambiare aria e chiudo.

Mentre affronto l’immancabile appuntamento con la domanda: “per quale motivo ero uscito di casa? ” vedo in lontananza un trans di 4 metri e mezzo, con due spalle che sembrava Yattapanda e due codini alla Pippi Calzelunghe, che mi sta facendo gli occhi dolci.

Sinceramente spaventato aumento la velocità dei passi, prima di iniziare pensare a tutte le possibili soluzioni per resistere alle avances di un energumeno in gonnella come quello, dev’essere davvero una cosa fuori dal comune: come avere Hulk che mi insegue, e saltella sui palazzi, distrugge automobili ed urla come un forsennato, verde di speranza, solo per potermi acchiappare.

Ci pensa un calzino sudicio color rosa di Hello Kitty a salvarmi da tutti questi pensieri, offrendosi con molto coraggio di finire sotto la mia scarpa sovrappensiero…

A cosa serva tutto quello che sto dicendo? Sostanzialmente a nulla, volevo aggiornare il mio blog, ed ora lo sto facendo mentre mangio queste olive egiziane al sapore di cloro.

Tra poco mi alzerò a sgranchirmi la schiena, con il letto che mi ritrovo, mi sveglio ogni mattina con una vertebra in meno: da quando ci dormo ho accumulato almeno una 60ina di vertebre di debiti… certe volte mi chiedo cosa se ne faccia.

Fa ancora molto caldo, la gente è irascibile, litiga facilmente, non vedo l'ora che arrivi l'autunno con tutto il suo entusiasmo, con tutte le sue novità, mentre il computer dice qualcosa: “Volete aiutarci a rendere office migliore?”

Non ci penso neanche, vado a bere qualcosa, che qui se c'è uno che ha bisogno di aiuto, quello sono io.


A Presto!